Il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te, si è insediato il 20 maggio promettendo di difendere la democrazia dalle minacce cinesi e invitando la Cina a mettere fine alle “intimidazioni politiche e militari”.
Pechino, che considera Lai un “pericoloso separatista”, ha reagito affermando che “c’è una sola e unica Cina”.
In un discorso tenuto al palazzo presidenziale di Taipei, Lai ha parlato in modo diretto dei rischi di guerra dopo anni di pressioni crescenti da parte della Cina.
Il nuovo presidente ha ringraziato il popolo taiwanese “per aver resistito alle pressioni di forze esterne e per aver difeso con determinazione la democrazia”.
Esponente del Partito progressista democratico (Ppd), Lai ha preso il posto di Tsai Ing-wen, anche lei del Ppd.
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Nel suo discorso d’insediamento Lai ha attenuato la retorica indipendentista, affermando di essere favorevole al “mantenimento dello status quo”, riferendosi a un equilibrio che preservi la sovranità di Taiwan senza dichiarare formalmente l’indipendenza.
“Pechino condivide con noi la responsabilità nei confronti del mondo per il mantenimento della pace e della stabilità nello stretto di Taiwan”, il tratto di mare che separa l’isola dalla Cina, ha aggiunto.
Poche ore dopo Wang Wenbin, portavoce del ministero degli esteri cinese, ha dichiarato che “l’indipendenza di Taiwan è un vicolo cieco”.
“Chiunque sia al potere a Taiwan, resta il fatto che l’isola è parte integrante della Cina”, ha aggiunto.
Taiwan, che ha circa 23 milioni di abitanti, è autonomo dal 1949, ma la Cina lo considera una provincia ribelle e punta a riportarlo sotto il suo controllo, se necessario con la forza.
Gli Stati Uniti, che nel 1979 hanno rinunciato al riconoscimento diplomatico di Taipei a favore di Pechino, rimangono il principale alleato e fornitore di armi dell’isola.
Secondo alcuni analisti politici, Lai continuerà ad aumentare la spesa militare dell’isola e a rafforzare le sue alleanze, in particolare con gli Stati Uniti.
All’insediamento di Lai erano presenti i capi di stato di otto dei dodici stati che mantengono rapporti diplomatici con Taiwan.
Oltre alla minaccia cinese, il nuovo presidente dovrà affrontare altre sfide, tra cui la forte inflazione e la crisi degli alloggi, rese più difficili dal fatto che il Ppd ha perso la maggioranza in parlamento.