Il 26 maggio il capo dello stato uscente Gitanas Nausėda, filoeuropeo, ha vinto nettamente il secondo turno delle elezioni presidenziali in Lituania, sconfiggendo la premier Ingrida Šimonytė.
Con il 96 per cento delle schede scrutinate, Nausėda, 60 anni, un ex banchiere di centrodestra, ha ottenuto il 74,6 per cento dei voti, assicurandosi un secondo mandato di cinque anni alla guida del paese baltico. Il tasso di partecipazione è stato del 49,61 per cento.
Le elezioni sono state dominate dal tema della “minaccia russa”, anche se Nausėda e Šimonytė hanno posizioni simili.
La Lituania, ex repubblica sovietica che confina con l’exclave russa altamente militarizzata di Kaliningrad, teme infatti di diventare il prossimo obiettivo della Russia in caso di vittoria in Ucraina.
Le parole di Zelenskyj
“Il popolo lituano mi ha dato la sua fiducia e sono consapevole di doverla ripagare”, ha affermato Nausėda dopo la vittoria.
Šimonytė, 49 anni, conservatrice, ha ammesso la sconfitta e si è congratulata con lui.
In Lituania il presidente dirige la politica estera in collaborazione con il governo e partecipa ai vertici dell’Unione europea e della Nato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj è stato uno dei primi a congratularsi con Nausėda. “Sei stato al nostro fianco ogni giorno e ogni notte in questi anni difficili”, ha scritto sul social network X.
La Lituania è uno dei principali fornitori di aiuti militari all’Ucraina, grazie a una spesa per la difesa pari al 2,75 per cento del pil, che il governo vorrebbe portare al 3 per cento.
Vilnius vorrebbe usare questi fondi aggiuntivi per acquistare carri armati e sistemi di difesa aerea, e per accogliere in territorio lituano una brigata tedesca. La Germania è infatti pronta a inviare nel paese circa cinquemila soldati entro il 2027.