Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump alla Casa Bianca. (Anna Moneymaker, Getty Images)

Il 6 giugno un giudice federale ha stabilito che Steve Bannon, ideologo della destra populista ed ex consigliere di Donald Trump alla Casa Bianca, dovrà presentarsi in prigione entro il 1 luglio per cominciare a scontare la sua condanna a quattro mesi di prigione.

Bannon, 70 anni, era stato condannato nell’ottobre 2022 per aver rifiutato di collaborare con l’inchiesta parlamentare sull’assalto al congresso del 6 gennaio 2021. La condanna era poi stata confermata in appello il 10 maggio 2024.

In seguito a un ricorso della difesa Bannon aveva ottenuto una sospensione della pena, che è stata però revocata il 6 giugno dal giudice Carl Nichols.

“Non riusciranno a mettermi a tacere”, ha affermato Bannon uscendo dall’aula, aggiungendo che secondo lui il Partito repubblicano “stravincerà” le elezioni presidenziali e legislative del 5 novembre.

Trump, il candidato repubblicano alle presidenziali, ha definito la condanna di Bannon una “tragedia americana” sul suo social network Truth Social, accusando l’amministrazione Biden di usare il sistema giudiziario per colpire gli avversari politici.

Un altro ex consigliere di Trump alla Casa Bianca, Peter Navarro, anche lui condannato a quattro mesi di prigione per lo stesso reato, ha cominciato a scontare la pena a marzo.

Il 6 gennaio 2021 Bannon aveva avuto una conversazione telefonica con Trump, accusato di aver incitato centinaia di sostenitori a dare l’assalto al congresso per impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden nelle presidenziali del 2020.

Trump non è stato perseguito direttamente per il suo ruolo nell’assalto al congresso, anche se nel dicembre 2022 la commissione parlamentare d’inchiesta aveva raccomandato delle accuse penali contro di lui, tra cui incitamento alla rivolta e complotto contro le istituzioni.

È stato però incriminato nell’agosto 2023 da un tribunale federale di Washington e poi dalla giustizia dello stato della Georgia per aver cercato di rovesciare l’esito delle presidenziali del 2020. Non è ancora stata fissata una data per l’avvio di questi due processi.