Il 12 giugno quattro navi della marina militare russa, tra cui un sottomarino nucleare, sono arrivate a Cuba per uno scalo di cinque giorni, in un contesto di forti tensioni tra Washington e Mosca.
Poco dopo le 10 locali il sottomarino Kazan è entrato nella baia dell’Avana, preceduto dalla nave cisterna Pashin, dal rimorchiatore Nikolaj Chiker e dalla fregata Gorškov.
La settimana scorsa il ministero cubano delle forze armate rivoluzionarie aveva precisato che “nessuno dei mezzi navali trasporta armi nucleari”.
“Si tratta di una visita che rispetta rigorosamente le regole internazionali ed è in linea con le storiche relazioni di amicizia tra L’Avana e Mosca”, ha aggiunto.
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In una dichiarazione emessa il 12 giugno, il ministero della difesa russo ha affermato che prima di entrare nella baia dell’Avana i mezzi navali “hanno partecipato a un’esercitazione sull’uso di armi missilistiche ad alta precisione”.
Una portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha dichiarato che l’arrivo delle navi russe a Cuba “non è una sorpresa e non costituisce una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti”, le cui coste distano circa 160 chilometri.
Tuttavia, il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha sottolineato che non era mai successo che tra le navi russe arrivate nell’isola caraibica ci fosse anche un sottomarino a propulsione nucleare.
Intanto, lo stesso giorno il ministro degli esteri cubano Bruno Rodríguez ha incontrato a Mosca il suo collega Sergej Lavrov.
Secondo un comunicato del ministero degli esteri cubano, Rodríguez ha condannato “l’espansione della Nato verso est, fattore scatenante del conflitto attualmente in corso in Ucraina”.
Il ministero ha inoltre auspicato “una soluzione diplomatica al conflitto”.