Il 14 giugno il parlamento sudafricano eletto il 29 maggio si è riunito per designare il nuovo capo dello stato, prima della formazione di un governo di coalizione inedito che comprenderà l’African national congress (Anc), il partito al potere dalla fine dell’apartheid, e la Democratic alliance (Da), la principale formazione d’opposizione.
Cyril Ramaphosa, 71 anni, dovrebbe essere confermato presidente, nonostante l’Anc abbia perso per la prima volta la maggioranza assoluta.
L’Anc, che dispone di 159 seggi su quattrocento, ha raggiunto il 14 giugno un accordo con la Da (centro liberale), 87 seggi, per formare un governo di coalizione.
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John Steenhuisen, leader della Da, ha confermato “un accordo per un governo di unità nazionale”, che comprenderà anche la formazione nazionalista zulu Inkhata freedom party (Ifp, 17 seggi).
“Voteremo a favore della conferma di Ramaphosa”, ha aggiunto Steenhuisen.
Non faranno invece parte della coalizione di governo due partiti della sinistra radicale, uMkhonto we Sizwe (Mk), guidato dall’ex presidente Jacob Zuma, ed Economic freedom fighters (Eff), fondato da Julius Malema.
L’insediamento del capo dello stato è previsto per il 19 giugno a Pretoria.
La sera del 13 giugno il segretario generale dell’Anc Fikile Mbalula aveva annunciato “una svolta” nei negoziati per un governo di coalizione, precisando che avrebbe ruotato “intorno al centro”, dopo che l’opposizione di sinistra aveva rifiutato qualsiasi accordo.