Il primo ministro olandese Mark Rutte è ormai certo di diventare il prossimo segretario generale della Nato dopo che il 20 giugno il suo unico rivale, il presidente romeno Klaus Iohannis, si è ritirato dalla corsa.
Iohannis, 65 anni, ha informato i paesi membri della sua rinuncia, ha affermato in un comunicato il Consiglio supremo di difesa del paese (Csat), l’organo romeno che si occupa di difesa e sicurezza nazionale.
Anche prima della rinuncia formale non c’erano molti dubbi perché le possibilità del presidente romeno, che aveva presentato la sua candidatura a marzo, erano considerate molto scarse, considerando anche il sostegno degli Stati Uniti a Rutte.
Tuttavia, la candidatura di Iohannis era stata presa sul serio perché la Romania ha acquisito importanza all’interno dell’Alleanza atlantica grazie alla sua posizione strategica al confine con l’Ucraina e la Moldova, che non fanno parte della Nato. Inoltre, confina con il mar Nero, dove sono schierati più di cinquemila soldati della Nato.
Ma Iohannis non è riuscito a convincere gli altri trentuno paesi della Nato. Solo l’Ungheria, guidata dal primo ministro nazionalista Viktor Orbán, gli aveva dato il suo sostegno, prima di schierarsi il 18 giugno con Rutte.
La nomina del leader olandese alla carica di segretario generale dell’Alleanza atlantica, che è riservata a un europeo, potrebbe essere annunciata tra oggi e il vertice di Washington a luglio.
Rutte, 57 anni, si era candidato l’anno scorso in seguito alla crisi di governo nei Paesi Bassi. Convinto sostenitore dell’Ucraina, ha rapidamente ottenuto l’appoggio dei pesi massimi della Nato, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania.
Sotto il mandato di Jens Stoltenberg, che si concluderà il 1 ottobre, la Nato ha assunto un ruolo di primo piano nel conflitto in Ucraina.