Nairobi, Kenya, 20 giugno 2024. (Luis Tato, Afp)

Il 20 giugno migliaia di giovani keniani hanno partecipato alle manifestazioni in molte città del paese contro un progetto di legge di bilancio, attualmente in discussione in parlamento, che prevede l’introduzione di nuove tasse.

Due giorni dopo una prima manifestazione nella capitale Nairobi, la mobilitazione si è diffusa spontaneamente in tutto il paese, alimentata dai social network, assumendo il nome Occupy parliament.

I manifestanti si oppongono in particolare ai piani del governo d’introdurre un’imposta sul valore aggiunto (iva) del 16 per cento sul pane e una tassa annuale del 2,5 per cento sui veicoli privati per finanziare il bilancio 2024-2025.

Di fronte al crescente malcontento, il 18 giugno il governo del presidente William Ruto ha ritirato la maggior parte delle misure fiscali presenti nel progetto di legge, che dev’essere approvato entro il 30 giugno.

I manifestanti chiedono però il ritiro di tutte le nuove tasse e hanno lanciato un appello per uno sciopero generale il 25 giugno.

Il governo sostiene che la stretta fiscale sia necessaria per restituire al paese, fortemente indebitato, un certo margine di manovra.

Nel corso della manifestazione a Nairobi si sono verificati scontri con la polizia, ha riferito un giornalista dell’Afp.

Alcune organizzazioni, tra cui Amnesty international, hanno affermato in un comunicato che almeno 135 persone sono state arrestate in tutto il paese e circa duecento sono rimaste ferite a Nairobi.

La Croce rossa locale ha precisato che otto persone sono in gravi condizioni.

Il 21 giugno alcune fonti hanno confermato che un manifestante è morto dopo essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco.

Gli scontri sono stati meno gravi di quelli che si sono verificati nel 2023 durante una serie di manifestazioni contro l’inflazione organizzate dall’opposizione, che avevano causato alcune vittime.

Il Kenya, una delle economie più dinamiche dell’Africa orientale, ha registrato a maggio un’inflazione su base annua del 5,1 per cento, con un aumento dei prezzi dei generi alimentari e del carburante rispettivamente del 6,2 per cento e del 7,8 per cento.