Il 26 giugno la polizia italiana ha annunciato di aver smantellato una rete di trafficanti cinesi che usava auto di lusso per far entrare in Italia migranti di nazionalità cinese.
I migranti irregolari superavano il confine come “cittadini asiatici ben vestiti, con pochi bagagli, a bordo di auto potenti e costose guidate da cittadini cinesi residenti in Italia da anni”, secondo un comunicato della polizia.
I migranti arrivavano in aereo in Serbia, dove non c’è bisogno del visto, e poi attraversavano Bosnia Erzegovina, Croazia e Slovenia.
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Una volta in Italia, venivano portati in un luogo sicuro, dove rimanevano uno o due giorni prima di ripartire per la destinazione finale, “che nella maggior parte dei casi era l’Italia, ma a volte altri paesi europei, tra cui la Francia e la Spagna”.
Durante la sosta ai migranti venivano sottratti i passaporti e “da quel momento erano vittime di sfruttamento fino a quando non ripagavano il debito contratto per il viaggio”.
Nel corso dell’inchiesta la polizia ha arrestato nove membri delle rete di trafficanti e identificato 77 migranti irregolari, tra cui “molte donne e alcuni minori di età compresa tra i quindici e i diciotto anni”.