Il 3 luglio la corte suprema giapponese ha stabilito che una legge abrogata nel 1996, che ha permesso di sterilizzare con la forza migliaia di persone, è incostituzionale.

Il più alto tribunale del paese ha anche stabilito che il governo non può invocare la prescrizione per evitare di risarcire le vittime.

“Sarebbe profondamente ingiusto che lo stato si sottraesse alla responsabilità di risarcire le vittime”, ha affermato la corte suprema nel testo della sentenza.

“Il fatto che il governo invochi la prescrizione costituisce un imperdonabile abuso di potere”, ha aggiunto.

Il governo giapponese ha ammesso che circa 16.500 persone sono state sterilizzate sulla base di questa legge eugenetica, in vigore tra il 1948 e il 1996.

La legge autorizzava i medici a sterilizzare le persone con presunte disabilità intellettive per “prevenire la nascita di una prole di scarsa qualità”.

Il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi ha reagito alla sentenza dichiarando che i risarcimenti saranno pagati.

Le vittime hanno accolto la sentenza con gioia.

“Ma non possiamo perdonare il fatto che la più grave violazione dei diritti umani del dopoguerra in Giappone sia stata ignorata per così tanto tempo”, ha affermato in un comunicato un gruppo di vittime.

Vasectomia a 14 anni

Secondo le autorità giapponesi, altre 8.500 persone sono state sterilizzate con il loro consenso, anche se gli avvocati sostengono che hanno subìto “forti pressioni”.

“Rivoglio la vita che mi è stata rubata”, aveva dichiarato l’anno scorso in una conferenza stampa Saburo Kita (uno pseudonimo), che ha subìto una vasectomia a 14 anni mentre si trovava in un istituto per bambini difficili.

“Solo quando il governo si assumerà la responsabilità delle sue azioni potrò riavere un po’ di serenità”, aveva aggiunto.

Negli anni ottanta le sterilizzazioni forzate erano state sospese, prima che la legge fosse abrogata nel 1996.