A causa delle emissioni di gas serra dovute alle attività umane, i record di temperatura globale continuano a susseguirsi da più di un anno: quello del 2024 è diventato il giugno più caldo mai misurato, cancellando il record già battuto nel 2023.

Con la serie di ondate di calore in Messico, Cina e Arabia Saudita, il mese di giugno 2024 sarà il tredicesimo mese consecutivo a stabilire il record di temperatura media più alta rispetto ai mesi equivalenti dell’anno precedente, ha annunciato l’osservatorio europeo Copernicus l’8 luglio.

Con questa serie, alimentata da un surriscaldamento senza precedenti degli oceani, che hanno assorbito il 90 per cento del calore in eccesso causato dall’attività umana, “la temperatura media globale degli ultimi dodici mesi (luglio 2023 - giugno 2024) è la più alta mai registrata”, secondo Copernicus.

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In questo periodo, la temperatura media del pianeta era di “1,64 gradi centigradi superiore alla media del periodo preindustriale (1850-1900)”, quando la deforestazione e la combustione di carbone, gas e petrolio non avevano ancora riscaldato il clima della Terra.

Giugno 2024 sarà anche “il dodicesimo mese consecutivo con un aumento superiore a 1,5 gradi centigradi rispetto alle medie preindustriali”, sottolinea Carlo Buontempo, direttore del Servizio Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S), in un comunicato stampa.

La soglia di 1,5 gradi centigradi è l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi del 2015, firmato da quasi tutti i paesi. Tuttavia, una tale anomalia dovrebbe essere osservata in media per diversi decenni perché la soglia sia considerata superata.

Mentre il clima attuale si è già riscaldato di circa 1,2 gradi centigradi rispetto al 1850-1900, l’Ipcc, un gruppo di esperti istituito dalle Nazioni Unite, prevede che la soglia di 1,5 gradi centigradi abbia il 50 per cento di possibilità di essere raggiunta in media nel periodo 2030-2035 al ritmo attuale delle emissioni, che dovrebbero raggiungere il picco entro il 2025.