Il 16 luglio è stata prorogata di trenta giorni la detenzione di un uomo arrestato nell’ambito di un’inchiesta legata al ritrovamento di alcuni corpi di donne smembrati in una discarica di Nairobi, la capitale del Kenya. Secondo la polizia, l’uomo ha confessato quarantadue femminicidi.

Il 15 luglio, nel corso di una conferenza stampa, il capo della polizia giudiziaria, Mohamed Amin, ha descritto il sospettato, Collins Jumaisi Khalusha, 33 anni, come un “serial killer psicopatico”.

Arrestato la notte del 15 luglio, l’uomo è comparso in tribunale a Nairobi il giorno dopo. Durante l’udienza, la magistrata Irene Gichobi ha prorogato la sua detenzione di trenta giorni ai fini dell’inchiesta.

I primi resti delle donne uccise erano stati scoperti il 12 luglio in una discarica della baraccopoli di Mukuru, nel sud della capitale.

Secondo la Kenya national commission on human rights (Knchr), un’organizzazione statale che si occupa di diritti umani, finora sono stati trovati dieci cadaveri.

La polizia ha comunicato che Khalusha ha confessato quarantadue femminicidi. Il primo, quello della moglie, sarebbe stato commesso nel 2022 e l’ultimo l’11 luglio, alla vigilia del ritrovamento dei corpi.

Durante una perquisizione a casa dell’uomo, che si trova a un centinaio di metri dalla discarica, gli agenti hanno individuato ventiquattro schede sim e un machete che, secondo Amin, “è stato usato per smembrare le vittime”.

Agenti trasferiti

Dopo la scoperta dei primi corpi le forze dell’ordine sono state sottoposte a pesanti critiche, perché la discarica si trova a meno di cento metri da un commissariato di polizia.

Il capo ad interim della polizia nazionale, Douglas Kanja, si era impegnato il 14 luglio a condurre “un’inchiesta trasparente, approfondita e rapida”, aggiungendo che “i poliziotti del commissariato vicino alla discarica sono stati trasferiti”.

Nel 2022 in Kenya sono stati registrati 725 femminicidi, secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine.