Tre impiegati di un liceo in Bosnia Erzegovina sono stati uccisi il 21 agosto da un collega che ha aperto il fuoco con un fucile automatico prima di tentare il suicidio, ha affermato la polizia.

La sparatoria è avvenuta poco dopo le 10 in una scuola a Sanski Most, nel nordovest del paese.

“L’aggressore, che ha usato un’arma militare, un fucile automatico, ha ucciso tre impiegati del liceo e poi ha tentato il suicidio”, ha dichiarato all’Afp Adnan Beganović, portavoce della polizia locale.

“Le vittime erano il preside, una segretaria e un’insegnante d’inglese”, ha aggiunto.

L’aggressore, rimasto gravemente ferito, è stato trasferito in un ospedale di Banja Luka.

La polizia non ha fornito informazioni sul possibile movente dell’uomo.

Troppe armi da fuoco

Secondo alcuni mezzi d’informazione locali, l’aggressore era un bidello della scuola sottoposto a un procedimento disciplinare. Avrebbe aperto il fuoco durante una riunione di preparazione del nuovo anno scolastico.

L’ultima sparatoria in una scuola di un paese dei Balcani risaliva al maggio 2023 a Belgrado, in Serbia, quando uno studente di 13 anni aveva ucciso dieci persone, tra cui nove compagni di classe.

L’attacco era stato seguito, meno di quarantott’ore dopo, da una seconda sparatoria in due villaggi vicino a Belgrado, in cui erano morte nove persone.

In seguito, il 22 luglio 2024 un ex poliziotto ha ucciso sei persone in una casa di riposo a Daruvar, in Croazia.

Nelle repubbliche dell’ex Jugoslavia circolano molte armi da fuoco dai tempi delle guerre degli anni novanta.

Secondo il progetto di ricerca Small arms survey (Sas), in Bosnia Erzegovina più di 30 abitanti su cento possiedono un’arma da fuoco. In Serbia il tasso arriva al 39 per cento, il più alto d’Europa.