Almeno 129 persone sono rimaste uccise il 2 settembre in un tentativo di evasione da una prigione di Kinshasa, la più grande della Repubblica Democratica del Congo, ha annunciato il 3 settembre il ministro dell’interno Jacquemain Shabani.

“Il bilancio provvisorio è di 129 vittime, almeno ventiquattro delle quali uccise a colpi di arma da fuoco”, ha affermato in un comunicato Shabani, aggiungendo che 59 persone sono rimaste ferite.

La sparatoria è andata avanti per ore, a partire dalle 2 di notte del 2 settembre, hanno riferito all’Afp alcuni testimoni che vivono vicino al carcere di Makala.

Le autorità non hanno fornito informazioni su quanti detenuti hanno cercato di evadere. La mattina del 2 settembre il portavoce del governo Patrick Muyaya si è limitato a dichiarare alla tv nazionale che la situazione era “sotto controllo”.

Shabani ha affermato che un numero imprecisato di persone è morto nella calca. Il ministro ha aggiunto che “alcune donne sono state stuprate”, senza fornire ulteriori dettagli.

Alcuni edifici che ospitano i servizi amministrativi della prigione sono stati incendiati.

Il 2 settembre il ministero della giustizia ha annunciato l’apertura di un’inchiesta “per identificare e punire i responsabili delle violenze”.

Problemi di sovraffollamento

La prigione di Makala ha una capacità di 1.500 posti, ma attualmente ospita tra i quattordicimila e i quindicimila detenuti, secondo i dati ufficiali.

Nel 2017 più di quattromila detenuti erano evasi in seguito a un attacco condotto da un commando armato.

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