Il 9 ottobre l’esercito nordcoreano ha confermato di aver chiuso “definitivamente” i collegamenti terrestri tra le due Coree, smantellando strade e l’unica linea ferroviaria esistente.
Di fatto il confine tra le due Coree è chiuso dalla fine della guerra, nel 1953, anche se la linea ferroviaria è stata in servizio per un breve periodo di quattordici mesi, tra il 2007 e il 2008.
I servizi di sicurezza sudcoreani avevano già rivelato a giugno che Pyongyang stava smantellando la linea ferroviaria.
L’esercito nordcoreano ha definito quest’iniziativa “una misura di autodifesa”, aggiungendo che è in corso il rafforzamento delle fortificazioni al confine.
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Lo stesso giorno l’agenzia di stampa nordcoreana Kcna ha affermato che il generale No Kwang-chol è il nuovo ministro della difesa, senza fornire ulteriori dettagli.
No, che aveva già ricoperto l’incarico tra il 2018 e il 2019, prende il posto di Kang Sun-nam.
Il nuovo ministro della difesa aveva accompagnato il leader nordcoreano Kim Jong-un a Singapore e in Vietnam, nel 2018 e nel 2019, in occasione di due incontri con l’ex presidente statunitense Donald Trump.
I lavori dell’assemblea popolare suprema
All’inizio di quest’anno Kim aveva ordinato la rimozione delle clausole relative all’unificazione della penisola coreana dalla costituzione e aveva sciolto le agenzie incaricate di migliorare le relazioni con Seoul.
Ma, contrariamente alle aspettative, la Kcna non ha accennato alla rimozione delle clausole riferendo dei lavori dell’assemblea popolare suprema, che si sono conclusi l’8 ottobre.
Inoltre, questa settimana Kim ha dichiarato che Pyongyang “non ha alcuna intenzione di attaccare la Repubblica di Corea” (il nome ufficiale della Corea del Sud), un gesto che alcuni analisti hanno interpretato come un ammorbidimento della sua retorica.