Il 15 novembre le scuole elementari sono rimaste chiuse nella capitale indiana New Delhi, colpita questa settimana dal primo “picco” d’inquinamento atmosferico della stagione.

Per il quarto giorno consecutivo la metropoli, che ha trenta milioni di abitanti, ha registrato una qualità dell’aria a livelli “pericolosi per la salute” in base all’indice Aqi, con alte concentrazioni di particolato fine.

Il 14 novembre le autorità locali avevano ordinato la chiusura delle scuole elementari fino a nuovo avviso, il blocco dei cantieri, il divieto di circolazione per le automobili più vecchie e l’annaffiatura delle aree più inquinate.

“Il governo ha fatto bene a chiudere le scuole”, ha dichiarato all’Afp Satraj, un abitante della capitale. “Da qualche giorno mio figlio di otto anni soffre di problemi respiratori”.

In base al protocollo stabilito dalle autorità, gli alunni continueranno a seguire le lezioni a distanza.

Ogni anno all’inizio dell’inverno New Delhi è avvolta da un fitto strato di smog, causato dalle emissioni industriali e dal traffico stradale, a cui si aggiungono i fumi delle combustioni agricole stagionali.

L’inquinamento causa migliaia di decessi ogni anno, documentati da numerosi studi scientifici.

11,5 per cento dei decessi

All’alba del 15 novembre a New Delhi la concentrazione di particolato fine Pm2,5, il più pericoloso per la salute, era circa ventisei volte superiore al limite massimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Secondo l’Oms, l’inquinamento atmosferico causa malattie cardiovascolari e respiratorie, e il cancro ai polmoni.

Secondo uno studio pubblicato a giugno, l’inquinamento è responsabile dell’11,5 per cento dei decessi a New Delhi, cioè circa dodicimila morti all’anno.

Intanto, nel vicino Pakistan, le autorità della provincia del Punjab, dove vive più di metà della popolazione pakistana, hanno annunciato che le scuole e le università resteranno chiuse per un’altra settimana a causa di un grave episodio d’inquinamento atmosferico.

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