Gli elettori gabonesi hanno approvato a grande maggioranza, in un referendum che si è svolto il 16 novembre, la nuova costituzione messa a punto dal regime militare del generale Brice Oligui Nguema, presentata come una “grande svolta” per il paese dopo la caduta della dinastia dei Bongo.
Secondo i risultati parziali comunicati dal ministero dell’interno il 17 novembre, il 91,8 per cento degli elettori ha approvato il referendum e il tasso di partecipazione è stato del 53,54 per cento.
Il referendum si è svolto a poco più di un anno dal colpo di stato militare che ha messo fine a 55 anni di controllo della famiglia Bongo sul paese.
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Dopo che i risultati saranno stati confermati dalla corte costituzionale, si organizzeranno le elezioni presidenziali, attualmente previste per l’agosto 2025, che dovrebbero mettere fine alla transizione in corso.
Il generale Oligui Nguema ha promesso di restituire il potere ai civili, ma non ha nascosto le sue ambizioni presidenziali, promettendo una “risalita verso la felicità” per il Gabon, un paese ricco di petrolio ma fortemente indebitato.
A partire dal 15 novembre il regime ha inasprito il coprifuoco in vigore dal colpo di stato, con nuovi orari di applicazione dalla mezzanotte alle 5 del mattino per tutta la durata del processo elettorale.
Durante le operazioni di voto non sono stati segnalati incidenti di rilievo.
Il regime ha autorizzato la presenza di circa trenta osservatori internazionali per “garantire la trasparenza”. Gli osservatori non erano invece presenti in occasione delle elezioni presidenziali dell’agosto 2023, che hanno portato alla rielezione di Ali Bongo e alla sua successiva destituzione in seguito alle accuse di brogli e appropriazione indebita di fondi pubblici.
Schede incenerite
Secondo la rete civica Roc, una piattaforma di associazioni locali sostenuta dalle Nazioni Unite, “gli osservatori non hanno però potuto assistere allo spoglio in alcuni seggi”.
In conformità con il codice elettorale gabonese, le schede sono state incenerite subito dopo lo spoglio.
La nuova costituzione introduce un sistema presidenziale con un forte potere esecutivo, un mandato presidenziale di sette anni rinnovabile solo una volta e l’impossibilità di passare il potere in via dinastica.
Alcune disposizioni non potranno essere sottoposte a revisione futura. Tra queste, il limite di due mandati presidenziali consecutivi, il sistema elettorale a suffragio universale diretto e il matrimonio riservato “a persone di sesso opposto”.