Il 18 novembre la Russia ha messo il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva la fine immediata delle ostilità in Sudan, dove dall’aprile 2023 infuria una guerra civile.

Il progetto di risoluzione, presentato dal Regno Unito e dalla Sierra Leone, invitava le parti in conflitto a “cessare immediatamente le ostilità e ad avviare un dialogo”.

Le invitava inoltre a proteggere i civili, ad astenersi dal ricorrere alla violenza sessuale come arma di guerra e a permettere un accesso “rapido, sicuro e senza ostacoli” agli aiuti umanitari.

“Purtroppo un paese ha impedito al Consiglio di sicurezza di parlare con una sola voce”, ha dichiarato il ministro degli esteri britannico David Lammy dopo la votazione, finita con quattordici voti a favore e uno solo contrario, accusando Mosca di essere “nemica della pace”.

“Il veto è una vergogna e mostra ancora una volta al mondo la vera natura della Russia”, ha aggiunto.

“Mosca sostiene di essere amica dell’Africa, ma ha respinto una risoluzione sostenuta dai paesi africani che avrebbe salvato la vita a migliaia di persone”, ha dichiarato l’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield.

Il viceambasciatore russo Dmitrij Poljanskij ha affermato che Mosca è favorevole a una tregua, ma che questa dev’essere decisa dalle parti in causa e non imposta dall’esterno, con una risoluzione “dal sapore postcoloniale”.

Ha inoltre accusato Londra di non aver citato nella risoluzione “le legittime autorità del Sudan”, riferendosi alla giunta militare al potere, guidata dal generale Abdel Fattah al Burhan.

Dall’aprile 2023 il Sudan è insanguinato da una guerra civile tra l’esercito guidato da Al Burhan e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), che fanno capo al generale Mohamed Hamdan Dagalo.

Secondo le Nazioni Unite, il conflitto ha causato decine di migliaia di morti e più di undici milioni di sfollati, 3,1 milioni dei quali hanno lasciato il paese.

La Russia si era astenuta nelle precedenti risoluzioni sul Sudan, ma “di recente sembra essersi allineata alle posizioni della giunta militare”, ha dichiarato all’Afp un diplomatico che ha chiesto di restare anonimo.

Il ministero degli esteri sudanese ha ringraziato la Russia per il veto, definendolo “una manifestazione di sostegno all’indipendenza e all’unità del Sudan”.

Il progetto di risoluzione invitava anche la comunità internazionale a “evitare interferenze che alimentino il conflitto”, chiedendo in particolare il rispetto dell’embargo sulle armi.

La giunta militare, che ha perso il controllo di gran parte della capitale Khartoum, ha più volte accusato gli Emirati Arabi Uniti di fornire armi alle Rsf, ma Abu Dhabi ha smentito.