Quest’anno 281 operatori umanitari sono stati uccisi nel mondo (quasi tutti nella Striscia di Gaza), il dato più alto da quando sono cominciate le rilevazioni, hanno avvertito il 22 novembre le Nazioni Unite, che hanno chiesto di punire i responsabili.

“Anche se manca più di un mese alla fine dell’anno, il 2024 è già diventato l’anno più letale per gli operatori umanitari”, hanno affermato le Nazioni Unite in un comunicato, citando i dati dell’Aid worker security database.

“Gli operatori umanitari sono uccisi a un ritmo senza precedenti, il loro coraggio e la loro umanità si scontrano con proiettili e bombe”, ha dichiarato il britannico Tom Fletcher, il nuovo sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite.

“Gli stati e le parti in conflitto devono garantire il rispetto del diritto internazionale proteggendo gli operatori umanitari e perseguendo i responsabili”, ha aggiunto.

Unrwa e Mezzaluna rossa palestinese

Il 2023 aveva già stabilito un record, con 280 operatori umanitari uccisi in trentatré paesi.

La stragrande maggioranza degli operatori umanitari ha perso la vita nella Striscia di Gaza.

“Almeno 333 operatori umanitari sono stati uccisi a Gaza dall’inizio della guerra, nell’ottobre 2023”, ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni unite per gli affari umanitari (Ocha).

Molti di loro sono stati uccisi in servizio, mentre consegnavano aiuti umanitari. La maggior parte (243) lavorava per l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).

Sono morti anche molti impiegati della Mezzaluna rossa palestinese.

Rapimenti e detenzioni arbitrarie

Ma gli operatori umanitari non sono in pericolo solo a Gaza. Casi di uccisioni, violenze, rapimenti, molestie e detenzioni arbitrarie sono stati segnalati in molti altri paesi, tra cui Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Sud Sudan, Ucraina e Yemen.

Secondo le Nazioni Unite, le uccisioni di operatori umanitari “s’inseriscono in una tendenza più ampia di aumento delle violenze contro i civili nelle zone di conflitto”. Nel 2023 più di 33mila civili sono stati uccisi in quattordici conflitti, con un aumento del 72 per cento rispetto al 2022.