Il Partito socialdemocratico (Psd) del primo ministro Marcel Ciolacu ha ottenuto la maggioranza relativa nelle elezioni legislative del 1 dicembre, caratterizzate da una grande avanzata dell’estrema destra.

Secondo i risultati quasi definitivi del voto, con più del 99 per cento delle schede scrutinate, il Psd, che finora era al governo con i liberali del Pnl, ha ottenuto il 22,4 per cento dei voti.

Tuttavia, i partiti di estrema destra hanno superato complessivamente il 31 per cento, il triplo rispetto alle precedenti elezioni del 2020.

Le legislative arrivano una settimana dopo il successo a sorpresa del candidato di estrema destra Călin Georgescu nel primo turno delle presidenziali, che ha suscitato timori nell’Unione europea sul posizionamento strategico della Romania. Nel ballottaggio dell’8 dicembre Georgescu, arrivato in testa, sfiderà un’altra candidata inattesa, la centrista Elena Lasconi.

Le legislative non hanno fatto nulla per chiarire la situazione, secondo il politologo Cristian Pîrvulescu. “Ci troviamo di fronte a un parlamento straordinariamente frammentato, che lascia presagire negoziati difficili per formare un governo di coalizione”, ha dichiarato all’Afp.

Ciolacu, eliminato dalla corsa alle presidenziali il 24 novembre, si è rallegrato per il primo posto del suo partito, ma ha preso atto dell’avanzata dell’estrema destra.

“I romeni hanno lanciato un segnale importante alla classe politica”, ha affermato. “Vogliono che il percorso europeo della Romania prosegua, ma vogliono anche che la nostra identità e i nostri valori nazionali siano protetti”.

L’estrema destra è costituita da tre partiti che hanno in comune l’opposizione agli aiuti all’Ucraina “in nome della pace” e la difesa dei “valori cristiani”.

“Oggi il popolo romeno ha votato in massa per le forze sovraniste”, ha dichiarato George Simion, leader dell’Alleanza per l’unione dei romeni (Aur), che ha ottenuto il 17,8 per cento dei voti.

“È l’inizio di una nuova era in cui saranno i romeni a decidere il proprio destino”, ha aggiunto.

Gli altri due partiti di estrema destra, Sos Romania, guidato dalla filorussa Diana Șoșoacă, e il nuovo Partito della gioventù (Pot) hanno ottenuto rispettivamente il 7,2 e il 6,3 per cento dei voti.

Tuttavia, è improbabile che i partiti di estrema destra possano essere coinvolti in una coalizione di governo.

Vari leader politici hanno lanciato appelli per un “governo di unità nazionale” di orientamento filoeuropeo.