Il 30 dicembre la Corte suprema del Venezuela ha multato per 10 milioni di dollari la società cinese proprietaria del social network TikTok, la ByteDance, in relazione alle sfide virali che, secondo le autorità locali, hanno causato la morte di tre adolescenti per intossicazione da sostanze chimiche.

La giudice Tania D’Amelio ha dichiarato che l’applicazione per la condivisione di video è stata negligente nel non aver implementato “misure necessarie e adeguate” per fermare la diffusione di post che incoraggiano le sfide. È stato ordinato alla ByteDance di aprire un ufficio nel paese sudamericano per poter supervisionare i contenuti e renderli conformi alle leggi locali e, inoltre, sono stati dati otto giorni di tempo per pagare la multa, pena l’applicazione di misure “appropriate”. L’azienda ha dichiarato al tribunale di “comprendere la gravità della questione”.

Il Venezuela userà il denaro per “creare un fondo per le vittime di TikTok, destinato a risarcire i danni psicologici, emotivi e fisici agli utenti, soprattutto se si tratta di bambini e adolescenti”, ha dichiarato D’Amelio.

Secondo le autorità, oltre ai tre adolescenti morti, altre duecento persone sono rimaste intossicate nelle scuole del paese dopo aver ingerito sostanze chimiche nell’ambito delle cosiddette challenges (sfide) sui social media. L’app cinese è stata accusata più volte di mettere in pericolo gli utenti con la diffusione di questo tipo di video, sebbene la politica ufficiale di TikTok vieti contenuti che promuovono l’autolesionismo e il suicidio.

Lo scorso novembre il presidente Nicolas Maduro aveva minacciato “misure severe” contro il social network se non avesse rimosso i contenuti relativi a quelle che ha definito “sfide criminali”.

Il parlamento sta valutando leggi che regolamentino i social network. Maduro ha dichiarato, dopo la sua contestata rielezione a luglio, che queste piattaforme sono usate per promuovere “odio” e “divisione”. Il presidente venezuelano ha poi detto che TikTok è “responsabile per l’arrivo di Milei e dei fascisti” in Argentina e nel mondo, in quanto - a suo avviso - ha “un’alleanza con il fascismo”.