Il leader de facto della Siria, Ahmed al Sharaa, alla guida della coalizione ribelle che l’8 dicembre aveva rovesciato il regime di Bashar al Assad, è stato nominato il 29 gennaio presidente ad interim.
Annunciando lo scioglimento del vecchio parlamento e la sospensione della costituzione del 2012, le nuove autorità siriane hanno affermato che Al Sharaa, noto in precedenza con il nome di battaglia Mohammed al Jolani, avrà la responsabilità di formare un “consiglio legislativo di transizione”.
Queste misure, annunciate dall’agenzia di stampa ufficiale Sana, seguono un incontro tra Al Sharaa e i leader delle fazioni armate che hanno partecipato all’offensiva contro Assad.
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“Al Sharaa sarà il presidente della Siria durante la transizione e rappresenterà il paese nei vertici internazionali”, hanno annunciato le autorità.
“Tutti i gruppi armati e gli organismi politici e civili che hanno partecipato alla rivoluzione sono sciolti e devono essere integrati nelle istituzioni statali”, hanno aggiunto.
È stato sciolto anche il partito Baath, che aveva governato la Siria per più di sessant’anni.
La stessa fonte ha annunciato “lo scioglimento dell’esercito e di tutte le agenzie di sicurezza del vecchio regime”.
“Le priorità sono ricostruire le istituzioni statali, preservare la pace, far ripartire l’economia e ripristinare il ruolo internazionale e regionale della Siria”, ha affermato Al Sharaa durante l’incontro del 29 gennaio.
Nelle ultime settimane Al Sharaa aveva già ricevuto in veste non ufficiale varie delegazioni diplomatiche straniere, sia arabe sia occidentali.
In un’intervista rilasciata alla fine di dicembre all’emittente Al Arabiya, aveva affermato che “per le elezioni in Siria potrebbero volerci quattro anni, e per una nuova costituzione due o tre anni”.
Il 27 gennaio l’Unione europea aveva avviato il procedimento di revoca delle sanzioni imposte alla Siria all’epoca del regime di Assad.