La polizia di Panamá ha respinto dal suo territorio una carovana di migranti provenienti dalla Costa Rica, intimando loro di sottoporsi a un processo di rimpatrio.
Al valico di frontiera di Paso Canoas, più di trecento chilometri a ovest di Città di Panamá, la polizia in assetto antisommossa ha rifiutato di far entrare decine di migranti, la maggior parte dei quali venezuelani, senza documenti, e li ha costretti a tornare in territorio costaricano, situato a nord di Panamá, ha osservato l’Afp presente sul posto.
Dopo le trattative i migranti sono saliti a bordo di un autobus per essere portati in un centro di accoglienza di frontiera in Costa Rica, secondo l’accordo raggiunto tra i ministri della sicurezza dei due paesi confinanti.
Saranno sottoposti a controlli biometrici per escludere eventuali precedenti penali e saranno poi inviati in autobus a Panamá per il rimpatrio “per via aerea o marittima”, secondo una dichiarazione del ministero della sicurezza panamense, che afferma di voler “garantire un flusso migratorio ordinato, legale, umanitario e sicuro”.
Di ritorno dal Messico e dall’America Centrale i migranti, tra cui diversi bambini, si trovavano in Costa Rica da quattro giorni e intendevano proseguire il loro viaggio verso il Sudamerica passando per Panamá.
Iscriviti a Sudamericana |
Cosa succede in America Latina. A cura di Camilla Desideri. Ogni due settimane, il venerdì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Sudamericana
|
Cosa succede in America Latina. A cura di Camilla Desideri. Ogni due settimane, il venerdì.
|
Iscriviti |
Molti hanno attraversato la pericolosa giungla del Darién, al confine con la Colombia, settimane o mesi prima. Dall’inizio dell’anno circa 2.500 persone hanno attraversato la frontiera, il 95 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 secondo i dati ufficiali.
“Stavamo inseguendo un sogno che non si è potuto realizzare e ora torniamo a casa”, ha dichiarato all’Afp un migrante che non ha voluto fornire il proprio nome.
“Vogliamo solo passare, tornare nel nostro paese”, ha dichiarato all’Afp Andrés Paredes, un venezuelano che ha deciso di tornare per “paura” di soffrire la fame, di dormire per strada e di non poter entrare negli Stati Uniti.
Altri migranti hanno dichiarato ai mezzi d’informazione locali di aver scelto di tornare indietro, frustrati dalla “situazione negli Stati Uniti”, che hanno inasprito le loro politiche contro l’immigrazione illegale.
Donald Trump ha promesso di effettuare “la più grande deportazione di massa di immigrati illegali della storia” e il Messico ha schierato diecimila agenti della guardia nazionale al confine con gli Stati Uniti.