Il presidente argentino Javier Milei, che è stato oggetto di numerose denunce dopo aver promosso sul social network X una criptovaluta poi crollata, ha smentito il 17 febbraio di aver “pubblicizzato” alcunché, sostenendo di aver agito “in buona fede”.

“Ho solo diffuso informazioni su una criptovaluta”, ha affermato sull’emittente Tn.

L’opposizione peronista (centrosinistra) l’ha però accusato di “cripto-truffa” e ha annunciato l’avvio di una procedura d’impeachment in parlamento.

Milei, che su Tn si è definito un “fanatico tecno-ottimista”, ha spiegato di aver voluto dare visibilità a un progetto che avrebbe potuto finanziare le piccole e medie aziende del settore tecnologico.

“Le transazioni e il successivo crollo della criptovaluta la sera del 14 febbraio sono cose che non mi riguardano”, ha dichiarato, sostenendo di non avere “nulla da nascondere” e di non temere alcuna indagine.

“Gli operatori finanziari coinvolti sapevano bene quali fossero i rischi”, ha aggiunto.

Il 14 febbraio Milei, presidente ultraliberista in carica dal dicembre 2023, aveva promosso la criptovaluta $Libra sul social network X, prima di fare marcia indietro poco dopo.

Nel frattempo, però, la criptovaluta era stata oggetto di decine di migliaia di transazioni, aumentando il suo valore prima di crollare, e generando guadagni di circa cento milioni di dollari per una manciata di operatori.

Ma secondo una denuncia presentata il 17 febbraio da un’ong argentina, “circa 40mila persone hanno registrato perdite per più di quattro miliardi di dollari”.

“Se vai in un casinò e perdi soldi, non ti puoi lamentare”, ha affermato Milei su Tn.

Una giudice federale e un procuratore sono stati incaricati di centralizzare le denunce, che secondo i mezzi d’informazione sono più di un centinaio.

Una richiesta d’indagine è stata inoltre trasmessa al dipartimento della giustizia degli Stati Uniti da uno studio legale che rappresenta una quarantina d’investitori, in maggioranza argentini, per “una sospetta frode massiccia transnazionale”.

Dal punto di vista politico, l’avvio di una procedura d’impeachment è altamente improbabile, perché richiederebbe una maggioranza dei due terzi alla camera dei deputati. “Zero possibilità”, ha dichiarato all’Afp l’analista politico Carlos Germano.