Il 17 marzo in Macedonia del Nord ci sono state commemorazioni e proteste dopo l’incendio di una discoteca a Kočani, avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 marzo, che ha causato la morte di 59 persone.
Un gruppo di manifestanti ha raggiunto gli uffici del proprietario della discoteca a Kočani, che sono stati oggetto di lanci di pietre, prima di spostarsi verso la casa del sindaco, Ljupco Papazov, che si era dimesso poche ore prima.
Centinaia di studenti si sono invece riuniti sotto la pioggia all’università di Skopje per partecipare a una cerimonia di commemorazione, in cui sono stati osservati sette minuti di silenzio.
“Non è stato un incidente, ma un omicidio causato da gravi irregolarità”, ha dichiarato all’Afp Angela Zumbakova, una studente di psicologia.
Il 16 marzo il governo aveva proclamato sette giorni di lutto nazionale.
Il 17 marzo le autorità hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta e fatto sapere che ci saranno molti arresti.
L’incendio, che ha causato 59 morti e 162 feriti, è divampato intorno alle 1.30 del mattino del 16 marzo in un’affollata discoteca di Kočani, a circa cento chilometri dalla capitale Skopje, dov’era in corso un concerto del gruppo hip hop Dnk. Un membro della band è morto nel rogo.
L’incendio sarebbe stato causato dall’uso di fuochi d’artificio. In base a una prima ricostruzione, le scintille avrebbero raggiunto il soffitto, che era di un materiale infiammabile.
“Il proprietario operava con una licenza falsa, che oltretutto aveva mostrato alle autorità durante un’ispezione avvenuta un anno fa, il 13 marzo 2024”, ha affermato il ministro dell’interno Panče Toškovski.
“Purtroppo in Macedonia la corruzione è fuori controllo”, ha ammesso, aggiungendo che “ci saranno molti arresti, anche all’interno delle istituzioni”.
Secondo la procura, la lista delle irregolarità è lunga: assenza di estintori, uscite di sicurezza e rilevatori di fumo, mancato rispetto delle norme per i mezzi di soccorso esterni e nessuna autorizzazione a usare fuochi d’artificio.