Il 10 aprile la russoamericana Ksenia Karelina, condannata nel 2024 in Russia a dodici anni di prigione per “tradimento”, è stata scarcerata ed è in viaggio verso gli Stati Uniti. Il suo avvocato ha precisato che si è trattato di uno scambio di prigionieri.
“La cittadina statunitense Ksenia Karelina è a bordo di un aereo diretto negli Stati Uniti. Detenuta ingiustamente in Russia da più di un anno, il presidente Trump ne ha ottenuto il rilascio”, ha affermato il segretario di stato statunitense Marco Rubio sul social network X, senza menzionare uno scambio di prigionieri.
L’avvocato di Karelina, Mikhail Mouchailov, ha confermato all’Afp la scarcerazione della sua cliente: “Sì, è stata liberata qualche ora fa e ha già lasciato la Russia”.
Scarcerato Arthur Petrov
Secondo il Wall Street Journal, la Russia ha ottenuto in cambio il rilascio di Arthur Petrov, un russotedesco arrestato nel 2023.
L’informazione è stata poi confermata dal servizio di sicurezza russo Fsb.
Nata nel 1991, Karelina era stata condannata nel 2024 a dodici anni di prigione per aver donato circa cinquanta dollari a un’ong con sede negli Stati Uniti che fornisce aiuti umanitari alla popolazione ucraina.
Secondo la giustizia russa, i fondi erano stati usati “per acquistare attrezzature mediche, armi e munizioni per le forze armate ucraine”.
Residente in California, era stata arrestata durante una visita alla famiglia in Russia.
“Politica degli ostaggi”
Petrov, che ha la doppia nazionalità russa e tedesca, era accusato dalle autorità statunitensi di aver trasferito illegalmente in Russia componenti elettronici per uso militare, in violazione delle sanzioni di Washington contro Mosca.
Era proprietario di una società di comodo a Cipro, dov’era stato arrestato nell’agosto 2023 e poi estradato negli Stati Uniti.
Il 1 agosto 2024 gli Stati Uniti e la Russia hanno effettuato il più grande scambio di prigionieri dalla fine della guerra fredda, con il rilascio di giornalisti, tra cui quello del Wall Street Journal Evan Gershkovich, e oppositori detenuti in Russia in cambio di presunte spie russe imprigionate in occidente.
Vari cittadini statunitensi sono attualmente detenuti nelle carceri russe. Washington ha più volte accusato il Cremlino di attuare una “politica degli ostaggi” per ottenere la liberazione di russi detenuti negli Stati Uniti.