La compagnia di bandiera Aerolineas Argentina ha dichiarato che 258 voli sono stati cancellati a causa dello sciopero generale. - Juan Mabromata, Afp
La compagnia di bandiera Aerolineas Argentina ha dichiarato che 258 voli sono stati cancellati a causa dello sciopero generale. (Juan Mabromata, Afp)

Stazioni e aeroporti vuoti, ma autobus che circolavano normalmente nelle strade dove molti negozi sono rimasti aperti: lo sciopero generale in Argentina, il terzo nei sedici mesi di presidenza dell’ultraliberista Javier Milei, è stato seguito in modi diversi dai settori economici, mentre il governo denunciava la “casta sindacale”.

Lo sciopero di 24 ore, indetto principalmente dalla Cgt, il più grande sindacato peronista (di centrosinistra) del paese, è cominciato a mezzanotte del 9 aprile, poche ore dopo una manifestazione a cui hanno partecipato diverse migliaia di persone, senza incidenti, fuori dal parlamento per protestare contro l’austerità di bilancio e la perdita del potere d’acquisto degli argentini.

Nell’area metropolitana di Buenos Aires, nonostante il traffico sia diminuito rispetto al solito, gli autobus su circa 400 linee che trasportano dieci milioni di passeggeri al giorno hanno funzionato normalmente, anche se con un numero inferiore di passeggeri. Il sindacato degli autobus non ha aderito allo sciopero.

Al contrario, la principale stazione di Constitución è stata chiusa e l’aeroporto centrale Jorge Newbery è rimasto deserto, ha osservato l’Afp. Secondo Aerolíneas Argentinas, il 9 aprile sono stati cancellati più di 258 voli, con un impatto su quasi ventimila passeggeri. La compagnia aerea low cost Fly Bondi ha dovuto operare. Le filiali bancarie sono rimaste chiuse.

I sindacati e le autorità hanno fornito versioni diverse dell’adesione allo sciopero: “massiccia tra i dipendenti pubblici, un segno di rifiuto delle politiche del governo”, secondo il sindacato Ate, “un grande sciopero” con “altissimo assenteismo”, ha assicurato la Cgt.

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In gran parte indifferente allo sciopero, il governo ha gli occhi puntati su un nuovo prestito di 20 miliardi di dollari per rifinanziare il debito e rafforzare le riserve valutarie, che il Fondo monetario internazionale potrebbe approvare nei prossimi giorni. L’8 aprile è stato annunciato un accordo preliminare, ma il consiglio esecutivo del Fondo deve ancora approvarlo.

Tra manifestazioni e scioperi, le 36 ore di “azione sociale” sembrano suggerire un deterioramento del clima sociale, sulla scia dei violenti scontri (45 feriti) del 12 marzo a margine di una manifestazione per le pensioni.

Forse il malcontento suggerisce anche che “il Leone (Milei) sta barcollando”, secondo il leader del sindacato Ate Rodolfo Aguiar. In riferimento ad alcuni passi falsi del presidente, come il “criptoscandalo” che lo ha visto associato a un progetto di criptovaluta fraudolento a febbraio. O lo smacco del senato, che ha respinto i suoi due candidati alla corte suprema.

Tuttavia, secondo diversi sondaggi, il sostegno a Milei rimane a livelli invidiabili, tra il 40 e il 45 per cento di persone che lo appoggiano. Maggiore, in ogni caso, di quello a un’opposizione divisa in vista delle elezioni parlamentari di metà mandato che si terranno a ottobre.