Il 7 settembre gli agricoltori e allevatori belgi, francesi e tedeschi hanno protestato a Bruxelles e hanno incendiato alcune balle di fieno nelle strade della città. La manifestazione, a cui hanno partecipato tra i sei e i settemila agricoltori che sono arrivati nella capitale belga con circa duemila trattori, è stata organizzata dal principale sindacato europeo, il Copa-Cogeca, lo stesso giorno in cui i ministri dell’agricoltura dei 28 paesi dell’Unione si sono riuniti in un incontro straordinario con la Commissione europea.
Gli agricoltori hanno chiesto aiuto alle istituzioni per far fronte alla crisi che ha duramente colpito il settore. In particolare, le esportazioni sono state danneggiate dall’embargo russo sui prodotti caseari, carne, frutta e verdura provenienti dall’Unione europea cominciato nell’agosto 2014. Il mercato russo faceva guadagnare 5,5 miliardi di euro all’anno al settore agricolo europeo, secondo Pekka Pesonen, il segretario generale del Copa-Cogeca, ed era il principale mercato d’esportazione prima dell’embargo. Anche un calo nella domanda cinese ha contribuito ad aggravare la crisi.
La Commissione europea ha proposto di aiutare agricoltori e allevatori stanziando 500 milioni di euro. Il 7 settembre migliaia di agricoltori italiani si sono mobilitati al Brennero, la frontiera con l’Austria, per denunciare la vendita di prodotti provenienti da altri paesi dell’Unione europea che usano in modo improprio la denominazione di origine italiana. Dall’inizio della crisi sono state chiuse in Italia più di 172mila stalle e fattorie, riporta un dossier presentato dalla Coldiretti.
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