Motta è un cantautore pisano cresciuto a Livorno, che vive da cinque anni a Roma. Ex cantante e autore della band Criminal Jokers, ha suonato anche con Nada, Il Pan Del Diavolo e Giovanni Truppi e ha lavorato ad alcune colonne sonore per il cinema. Il suo esordio solista, La fine dei vent’anni, è uscito a marzo ed è stato uno dei dischi italiani più apprezzati dalla critica e dal pubblico nel 2016.

La fine dei vent’anni è un album dalle forti tinte autobiografiche, dove il musicista toscano riflette sul passare del tempo e sulle sue origini e sul passaggio all’età adulta. È stato prodotto dal cantautore romano Riccardo Sinigallia, anche coautore di diversi brani.

Nel disco convivono canzoni a cavallo tra rock, folk e pop, sospese tra spunti autobiografici (Del tempo che passa la felicità, Mio padre era comunista, Roma stasera) e momenti più legati alla sperimentazione sonora (Prenditi quello che vuoi).

Motta sta per cominciare un nuovo tour italiano nei club: suonerà il 25 novembre al Druso di Bergamo e poi passerà da Torino, Roma, Firenze e non solo.

Internazionale ha incontrato il cantautore toscano nella sua casa di Roma, dove ha registrato diverse canzoni contenute nella Fine dei vent’anni, per farsi raccontare com’è nato il disco e per chiedergli come stanno andando i lavori per il nuovo album.

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