“Quando Los Angeles è diventata troppo grande, ha cominciato a prelevare l’acqua nella vicina valle di Owens”, dice Peter Gleick, esperto di acqua e clima del Pacific institute. “La valle è stata trasformata in un deserto. Per noi paiute l’acqua è fonte di vita e guarigione”, aggiunge Gerald Lewis della comunità nativa di Big Pine.

La California è diventata parte degli Stati Uniti nel 1848. All’epoca Los Angeles contava mille abitanti e le comunità paiute vivevano di caccia e raccolta a circa 300 chilometri di distanza, nella valle di Owens.

All’inizio del novecento Los Angeles aveva una popolazione di 100mila persone e un fabbisogno idrico che le risorse locali facevano fatica a soddisfare. Per trovare nuove fonti d’acqua la città ha cominciato ad acquistare terre e diritti di sfruttamento. Nel 1928 possedeva il 90 per cento dell’acqua della valle di Owens.

Negli anni trenta il dipartimento per l’acqua e l’elettricità di Los Angeles ha promesso infrastrutture e alloggi ai nativi americani che vivono nella valle in cambio di terreni e acqua. Dopo lo scambio le comunità paiute di Big Pine, Bishop e Lone Pine hanno perso l’accesso diretto all’acqua. “Fino a quando considereremo l’acqua come un bene che qualcuno conquista e qualcun altro perde, non avremo mai un sistema equilibrato e sostenibile”, spiega Gleick.

Il quarto episodio della serie della Thomson Reuters Foundation Un pianeta senz’acqua.

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