L’Irlanda sarà il primo paese al mondo a introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso nella costituzione, grazie al referendum che si è tenuto il 22 maggio. Dal 2010 le coppie omosessuali potevano già contrarre le unioni civili nel paese. Il matrimonio ugualitario introdurrà le stesse forme di protezione per le coppie omosessuali e per quelle eterosessuali.
La bomba del referendum irlandese ha mandato in frantumi gran parte della propaganda vaticana degli ultimi anni. L’omosessualità, del resto, sta diventando sempre di più una pietra d’inciampo insuperabile per la chiesa europea e di tutto l’occidente. Leggi
L’approvazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso in Irlanda è “una sconfitta per l’umanità”. Lo ha dichiarato durante una conferenza il cardinale Pietro Parolin, segretario di stato vaticano, che si è detto “profondamente rattristato per i risultati” del referendum del 22 maggio in Irlanda.
“La chiesa deve fare i conti con la realtà, ma nel senso che deve rafforzare l’impegno nell’evangelizzazione. Penso che non sia solo una sconfitta dei princìpi cristiani, ma una sconfitta per l’umanità”, ha proseguito il cardinale.
All’indomani del referendum, l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin aveva commentato i risultati dicendo che si trattava di un segnale chiaro, e che per la chiesa era arrivato il momento di fare i conti con la realtà. “Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani” ha osservato Martin, secondo cui “non si può negare l’evidenza”. L’Irlanda è stato il primo paese a legalizzare il matrimonio gay con un referendum popolare, i favorevoli alle nozze tra persone dello stesso sesso sono stati il 62 per cento dei votanti.
Ma anche all’interno della chiesa ci sono posizioni diverse sul riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Per esempio il teologo progressista Walter Kasper in un’intervista sul Corriere della Sera ha detto: “Le persone omosessuali devono essere accolte, hanno un posto nella vita della chiesa, appartengono alla chiesa”.
“Se c’è un’unione stabile, degli elementi di bene esistono senz’altro, li dobbiamo riconoscere. Però non possiamo equiparare al matrimonio, questo no. La concezione postmoderna per la quale è tutto uguale è in contrasto con la dottrina della chiesa”, ha sottolineato Kasper secondo cui bisogna “superare la discriminazione che ha una lunga tradizione nella nostra cultura”.
“Si è taciuto troppo su questi temi, adesso è il momento di discuterne”, ha detto ancora assicurando che al prossimo sinodo sulla famiglia, quello delle unioni civili e dei matrimoni di persone dello stesso sesso non sarà tema marginale, ma centrale.
“È una realtà il fatto che nella chiesa irlandese molti fedeli abbiano votato a favore, e ho l’impressione che negli altri paesi europei il clima sia simile”.
Alla luce dei risultati del referendum sui matrimoni gay, la chiesa in Irlanda “deve fare i conti con la realtà”. È l’opinione dell’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, che all’indomani della vittoria dei sì alla consultazione popolare sulle nozze gay ha rilasciato un’intervista alla televisione nazionale Rté.
“Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani” ha osservato Martin, secondo cui “non si può negare l’evidenza”. L’alto prelato ha riconosciuto che il risultato del referendum del 22 maggio, è “una rivoluzione sociale” e la chiesa cattolica “non potrà semplicemente far finta di nulla”.
I risultati definitivi del referendum sui matrimoni gay in Irlanda confermano la vittoria del sì, con il 62 per cento dei voti. L’Irlanda diventa così il primo paese al mondo ad aver approvato con un voto popolare i matrimoni omosessuali. Reuters
Con circa la metà delle circoscrizioni scrutinate, il sì al referendum sui matrimoni gay in Irlanda ha vinto con il 61 per cento dei voti. Lo ha riferito la rete nazionale Rté. “È un momento storico, siamo il primo paese al mondo a votare per l’uguaglianza dei matrimoni con un referendum” ha sottolineato il ministro della sanità Leo Varadkar.
Questo referendum, ha aggiunto, rappresenta “una rivoluzione culturale” in un paese cattolico e tradizionalmente conservatore, dove l’omosessualità è stata considerata reato fino al 1993. Circa 3,2 milioni di irlandesi sono stati chiamati alle urne venerdì 22 maggio per esprimersi su una modifica della costituzione che autorizzi “il matrimonio tra due persone, senza distinzione di sesso”.
Nel 1993, quando l’omosessualità era ancora un reato, solo il 34 per cento degli irlandesi riteneva che andasse depenalizzata. E oggi, diventando il primo paese a istituire i matrimoni omosessuali per via referendaria, l’Irlanda sembra aver di nuovo dimostrato la specificità del suo percorso sui temi etici rispetto al resto dell’Europa. Leggi
Il ministro alle pari opportunità Aodhán Ó Ríordáin ha annunciato la vittoria dei sì al matrimonio gay in Irlanda in un tweet e il portavoce della campagna dei “no” ha già ammesso la sua sconfitta. Più di 3,2 milioni di irlandesi sono stati chiamati a decidere sull’introduzione, nella costituzione del paese, della frase: “Il matrimonio può essere contratto tra due persone senza distinzione di sesso”.
Si sono aperti alle 7 (le 8 in Italia) i seggi per il referendum sui matrimoni gay in Irlanda. Con l’eventuale vittoria del sì, nella costituzione sarebbe introdotta la frase: “Il matrimonio può essere contratto tra due persone senza distinzione di sesso”. In Irlanda sono in vigore le unioni civili dal 2010, anche per le coppie omosessuali.
Se l’Irlanda legalizzasse i matrimoni tra persone dello stesso sesso, i paesi europei a prevederlo salirebbero a undici. I paesi che prevedono le unioni civili sono dodici. L’Italia, la Grecia, la Romania, la Polonia e altri paesi dell’est non prevedono nessuna forma di riconoscimento per le coppie omosessuali. Tuttavia secondo un sondaggio Demos & Pi dell’ottobre del 2014, il 55 per cento degli italiani sarebbe favorevole alle nozze tra persone dello stesso sesso. A gennaio del 2013, secondo lo stesso istituto di sondaggi, i favorevoli erano il 41 per cento.
Si sono aperti alle 7 (le 8 in Italia) i seggi per il referendum sui matrimoni gay in Irlanda. Più di 3,2 milioni di irlandesi sono chiamati alle urne. I seggi chiudono stasera alle 22 (le 23 in Italia) e i risultati saranno annunciati domani.
Nel quesito referendario viene chiesto agli elettori se vogliono cambiare l’articolo 42 della costituzione. Con l’eventuale vittoria del sì, verrebbe introdotta nella costituzione la frase: “il matrimonio può essere contratto tra due persone senza distinzione di sesso”.
In Irlanda sono in vigore le unioni civili dal 2010, anche per le coppie omosessuali.
L’Irlanda è il primo paese al mondo che potrebbe introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso nella costituzione, grazie al voto popolare. Il referendum si tiene domani, 22 maggio, e nel quesito referendario verrà chiesto agli elettori se vogliono cambiare l’articolo 42 della costituzione. Se dovesse vincere il sì, verrebbe introdotta nella costituzione la frase: “il matrimonio può essere contratto tra due persone senza distinzione di sesso”.
Dal 2010 le coppie omosessuali possono contrarre le unioni civili nel paese, tuttavia il matrimonio ugualitario introdurrebbe le stesse forme di protezione per le coppie omosessuali e per quelle eterosessuali. Secondo gli attivisti, le coppie sposate hanno 160 diritti in più rispetto alle coppie che hanno contratto l’unione civile dalle tasse, ai mutui, fino al ricongiungimento familiare per gli immigrati.
Secondo gli ultimi sondaggi, il sì potrebbe vincere. I sondaggi danno il sì tra il 69 e il 73 per cento. Tuttavia gli attivisti temono che ci sia un “fronte silenzioso del no”, che non dichiara ai sondaggisti le reali intenzioni di voto.
Perché il referendum è così importante? L’Irlanda è un paese tradizionalmente conservatore e cattolico, fino al 1993 l’omosessualità era un reato nel paese. Ma se passasse il sì, sarebbe la prima volta che il matrimonio ugualitario viene introdotto nella legislazione con un voto popolare. I Paesi Bassi sono stato il primo paese a introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2001, 16 paesi hanno introdotto in seguito una legislazione simile, tra cui Francia, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Argentina, Uruguay e Brasile. Ma il matrimonio tra persone dello stesso sesso è ancora illegale in molti paesi, tra cui l’Italia. Nella maggior parte dei paesi il matrimonio gay è stato introdotto con una legislazione ordinaria, approvata dal parlamento.
Chi è contrario al referendum e chi è favorevole? Le gerarchie ecclesiastiche vari gruppi cattolici si sono espressi contro l’approvazione del matrimonio ugualitario. Molti vescovi hanno scritto lettere aperte ai fedeli in cui hanno chiesto di “riflettere e pregare prima di votare”. Anche la chiesa metodista e presbiteriana ha partecipato alla campagna per il no. Per il sì si sono espressi tutti i leader dei quattro principali partiti, tra cui i conservatori e i laburisti.
L’Irlanda è divisa sul referendum sui matrimoni tra persone dello stesso sesso che si terrà il 22 maggio. Secondo i sondaggi, il fronte del no e quello del sì sono testa a testa. Nel paese tradizionalmente cattolico, le gerarchie ecclesiastiche si oppongono all’approvazione del referendum e stanno facendo una campagna molto aggressiva per il no.
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati