Non appena sparisce la sbornia per la festa di laurea, una domanda attraversa i pensieri di Megan: “E adesso?”. Qual è il posto dove mettere in pratica le cose che ha imparato all’università? Meglio trasferirsi in una grande città ed entrare nel girone infernale degli stage oppure tornare a casa dei genitori in provincia, fare il primo lavoro che capita e costruire dal basso la propria carriera dei sogni? E in ogni caso, una volta che si è deciso qual è il proprio orizzonte, quali sono le strade per raggiungerlo?
Che cosa ascoltare. La prima stagione di Millennial è probabilmente il miglior podcast indipendente (ovvero un programma radiofonico uscito solo in rete e senza il contributo di testate editoriali) uscito nel 2015. Ideato e prodotto da Megan Tan nella cabina armadio della sua casa a Kittery, nel Maine, è un racconto in dieci episodi che si snoda tra i crocevia della vita in quel periodo oscuro tra la fine dell’università e l’inizio dell’età adulta. All’ascolto sembra che Megan abbia acceso il registratore per la prima volta e cominciato a raccontare: in realtà dietro la produzione ci sono un racconto perfetto per la narrazione a episodi (il tema di ogni puntata ha un finale, ma c’è una trama che lega tutti i dieci episodi e ti costringe ad ascoltarli uno dietro l’altro) e una freschezza sonora che mette l’ascoltatore nella sensazione di aver a che fare con un racconto onesto, radicale e necessario. La seconda stagione di Millennial invece racconta la storia dei coetanei di Megan, perdendo così un po’ del fascino della prima stagione. La qualità degli episodi rimane comunque altissima.
Cosa fare mentre si ascolta. Millennial si può ascoltare su iTunes, Soundcloud, Stitcher e PlayerFM. Mentre si mandano in play gli episodi da una di queste piattaforme, vale comunque la pena farsi un giro sul sito per vedere come, nonostante le ristrettezze dell’autoproduzione, ogni dettaglio sia stato curato per rendere l’interfaccia dell’ascolto piacevole e coerente con tutto il progetto. Ogni episodio dura circa venti minuti, ma è il loro intreccio a rendere Millennial l’ascolto ideale per questi giorni di vacanze: si ha la possibilità di spararseli tutti di fila uno dietro l’altro mentre si torna a casa in treno e ci si chiede se le scelte fatte nei nostri vent’anni siano state quelle giuste per noi e, soprattutto, se siamo stati noi a farle o se sono stati altri a decidere il tipo di adulti che siamo diventati.
Momento migliore. “My ultimate goal is this: to get paid to do something that I love”
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