Il 21 febbraio del 2012, per protestare contro la rielezione del presidente Vladimir Putin, tre ragazze del gruppo punk russo Pussy Riot (Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina e Yekaterina Samutsevich) sono entrate nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca e hanno suonato sull’altare.

Un mese dopo le Pussy Riot sono state arrestate e accusate di teppismo motivato da odio religioso. In Russia e nel resto del mondo sono nati appelli per la loro liberazione e manifestazioni di solidarietà.

Il 10 ottobre 2012 a Yekaterina Samutsevich è stata concessa la libertà vigilata. Il 23 dicembre 2013 Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova sono uscite dal carcere grazie all’amnistia approvata il 19 dicembre dalla Duma russa e considerata dagli analisti una mossa di Putin per placare le polemiche internazionali sullo stato dei diritti umani in Russia in vista delle olimpiadi invernali di Sochi.

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