Palazzo Madama di Torino dedica una retrospettiva a Tina Modotti, novant’anni dopo la prima esposizione della fotografa in Messico.

La mostra copre tutto l’arco della vita di Modotti, ricostruendone la straordinaria parabola artistica e umana, e guidando il pubblico lungo l’evoluzione degli stili e delle tecniche.

Tina Modotti nasce a Udine nel 1896. A dodici anni lascia la scuola per lavorare in filanda e a diciassette raggiunge il padre a San Francisco, dove fa l’operaia prima di inserirsi nell’ambiente artistico californiano e recitare nei teatri di Little Italy e in tre film hollywoodiani.

Con il fotografo Edward Weston, di cui diventa musa e amante, nel 1923 si trasferisce a Città del Messico e qui si dedica alla fotografia. Le prime immagini che realizza sono nature morte composte da bicchieri di vino o da fiori e foto d’architettura e di arte popolare, mentre in seguito le foto assumono un carattere politico e sociale sempre più forte: cortei, ritratti di donne e di contadini, strumenti del lavoro.

Per la sua attività all’interno del Partito comunista messicano Modotti viene espulsa dal paese e si rifugia prima a Mosca e poi nella Spagna della guerra civile e in Francia. Torna a Città del Messico nel 1939, dove muore nel 1942.

La retrospettiva di Palazzo Madama si può visitare fino al 5 ottobre.

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