Il 7 maggio i sudafricani votano per rinnovare il parlamento, a venti anni esatti dalle prime elezioni libere svoltesi nel 1994. Le legislative saranno anche le prime consultazioni dopo la morte di Nelson Mandela, il leader della lotta contro l’apartheid morto il 5 dicembre 2013.
L’African national congress, il partito di Mandela al potere ininterrottamente dal 1994, è ancora la prima forza politica del paese, ma la sua immagine si è notevolmente deteriorata negli ultimi anni in seguito agli scandali e alla cattiva amministrazione. Alcune figure di spicco, come l’arcivescovo Desmond Tutu, hanno fatto sapere che non voteranno per l’Anc. Altri hanno invitato gli elettori a boicottare le legislative. Due terzi dei giovani nati dopo la fine dell’apartheid non sono neanche iscritti alle liste elettorali.
Nonostante tutto, però, nella politica sudafricana almeno per il momento non ci sarà alcuna rivoluzione. L’Anc è ben oltre il sessanta per cento nei sondaggi e il presidente in carica Jacob Zuma dovrebbe ottenere un altro mandato dal nuovo parlamento, nonostante le accuse di appropriazione di fondi pubblici.
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