Il Centre Pompidou di Parigi mette in mostra per la prima volta gli scatti inediti di Agnès Varda, regista, sceneggiatrice e fotografa francese, realizzati a Cuba negli anni sessanta.
Chris Marker, regista del film La jetée (1962), torna da Cuba nel 1961 e racconta tutto a Varda del suo viaggio: della rivoluzione contro l’imperialismo statunitense, del sogno di Fidel Castro e Che Guevara, delle speranze del popolo cubano dopo la caduta del dittatore Fulgencio Batista. Varda è folgorata, vuole andare, e l’amico Marker l’aiuta a raggiungere Cuba.
Quando Varda arriva, nel dicembre del 1962, l’isola è già una meta per intellettuali e artisti francesi: Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir ci sono stati e se ne sono andati; altri come Henri Cartier-Bresson e Marguerite Duras sono ancora lì.
Varda è affascinata dalla mobilitazione popolare che la rivoluzione ha scatenato ma non è così ingenua da non vedere le contraddizioni del regime. Alla fine del 1962 sono già passati quattro anni dalla destituzione di Batista, c’è stata la fallita invasione della baia dei Porci, gli Stati Uniti hanno imposto l’embargo su Cuba: è l’apice della guerra fredda.
All’Avana e nei suoi dintorni, Varda scopre un misto di politica, onnipresente nella vita di tutti i giorni, e di sensualità straripante. Scatta migliaia di fotografie che immortalano una città nervosa, tra danze improvvisate in strada e i discorsi interminabili di Castro.
Questa grande produzione fotografica contribuisce alla realizzazione di un film, Salut les cubains, che esce nel maggio del 1964 ed è accolto come uno dei migliori documentari del decennio, grazie al linguaggio innovativo che gioca con gli stereotipi e le immagini che rivelano lo sguardo autentico di Varda come fotografa.
Varda/Cuba sarà aperta al pubblico fino al 1 febbraio 2016.
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