Circa un milione di turisti visitano ogni anno il lago di Tiberiade, in Israele, chiamato anche mare di Galilea per le sue grandi dimensioni (170 chilometri quadrati). È attraversato dalle acque del fiume Giordano, dove secondo la tradizione fu battezzato Gesù, e a nord confina con le alture del Golan, occupate da Israele.
Tiberiade compare spesso nei vangeli, per esempio nell’episodio in cui Gesù cammina sul lago per salvare i suoi discepoli dal naufragio durante una tempesta o in quello della pesca miracolosa avvenuta nelle sue acque. Ma oggi il mare di Galilea avrebbe bisogno di nuovi miracoli.
Il lago d’acqua dolce più grande d’Israele è una risorsa idrica per il nord del paese e la confinante Giordania, una popolare località turistica e un’importante zona di pesca. Ma negli ultimi tre anni un forte calo delle precipitazioni annuali nella Galilea settentrionale ha causato una diminuzione del livello delle acque del lago, che ora è al punto più basso degli ultimi cinque anni, e a un conseguente aumento della salinità.
In passato il mare di Galilea è arrivato a fornire fino a un terzo dell’acqua consumata da Israele, mentre ora ne fornisce solo una piccola parte. Nel tentativo di controllare il danno, nel 2016 è stato estratto dal lago solo un decimo del quantitativo medio annuo. E grazie a una complessa operazione, vengono individuate e deviate lontano dal lago le sorgenti di acqua salata. Inoltre le autorità israeliane ripopolano il lago con milioni di pesci ogni anno.
Le foto sono state scattate il 20 dicembre 2016 dal fotografo della Reuters Ronen Zvulun.
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