In un’intervista ad Aperture del 2021, il fotografo statunitense Jamel Shabazz si è definito “una specie di alchimista, congelo il tempo e il movimento”. Dagli anni settanta ai duemila ha usato questa alchimia per raccontare soprattutto la sua città, New York, attraverso le persone che ha incontrato per strada, soffermandosi in particolare sulla comunità nera.
Nel mondo della fotografia è entrato per osmosi: il padre era un fotografo professionista e negli anni sessanta aveva trasformato il loro appartamento di Brooklyn in uno studio in cui nei weekend ritraeva amici e parenti. In casa c’erano anche diversi libri fotografici e tra loro Black in white America di Leonard Freed (1969), che cambiò la vita di Jamel, quando a otto anni lo sfogliò per la prima volta. In quelle pagine vide infatti la vita dei neri statunitensi al di fuori del suo quartiere. A quindici anni si fece prestare una Kodak Instamatic 126 dalla madre per scattare foto ai suoi compagni di scuola.
È stata però l’esperienza militare a segnare una svolta: nel 1977 si è arruolato nell’esercito ed è finito per tre anni vicino a Stoccarda, in Germania. Di quel periodo Shabazz racconta che ogni soldato voleva avere una fotocamera per documentare quello che vedeva. In molti casi era la prima volta che si ritrovavano lontani da casa, fuori dagli Stati Uniti. E così lui ha cominciato a non separarsi mai dalla sua Canon AE-1.
A vent’anni è tornato a New York con un obiettivo chiaro: raccontare la sua comunità in maniera onesta, con gli aspetti negativi – la povertà, la criminalità, le ingiustizie sociali – e quelli positivi: l’amicizia, le feste di quartiere, la moda e l’hip-hop. La mostra Seconds of my life: photographs from 1975-2025, organizzata dal Bronx documentary center, ripercorre una carriera prolifica e appassionata di un fotografo che ha sempre creduto che una fotografia debba nascere da una connessione profonda tra chi scatta e chi è ritratto: “Attraverso gli occhi dei miei soggetti, state guardando me”. La mostra resterà aperta fino al 20 aprile, mentre a giugno è prevista l’uscita del libro Drama & Flava (Powerhouse Books) sullo street style che Shabazz ha documentato negli anni ottanta a New York e poi ha ricreato per le grandi riviste di moda.
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