◆ Più di un terzo delle morti dovute al caldo eccessivo sarebbe legato al riscaldamento globale. Secondo lo studio realizzato da Ana Vicedo-Cabrera, Antonio Gasparrini e altri ricercatori e pubblicato su Nature Climate Change, la percentuale sarebbe di circa il 37 per cento. L’analisi, che si basa sui dati relativi a 732 città in 43 paesi, non comprende però gran parte dell’Africa e l’India, regioni molto importanti per valutare le conseguenze del cambiamento climatico. I ricercatori hanno stimato l’innalzamento delle temperature delle varie città rispetto a un ipotetico valore che ci sarebbe stato in assenza di crisi, valutando l’aumento della mortalità tra il 1991 e il 2018. Il riscaldamento globale avrebbe causato molte vittime in Europa meridionale (Italia e Spagna), in alcune regioni dell’Asia meridionale e occidentale, e in alcuni paesi del sudest asiatico e del Sudamerica.

Il problema è molto complesso, perché non dipende solo dalle temperature ma anche dalla presenza d’infrastrutture. “Per esempio, infrastrutture inadeguate per i pazienti psichiatrici e per i detenuti in Egitto hanno moltiplicato le vittime delle ondate di calore”, scrive Dann Mitchell in un commento sulla rivista. “Purtroppo la mappa mondiale è incompleta perché molti paesi non raccolgono i dati sulle ondate di calore”, spiega Friederike Otto su New Scientist. “In assenza di dati affidabili è difficile quantificare gli effetti della crisi climatica sulle nostre vite”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1413 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati