I piani per la costruzione di un’università cinese a Budapest, voluta dal premier ungherese Viktor Orbán, hanno incontrato un’inattesa resistenza. Il 5 giugno migliaia di persone hanno manifestato nella capitale contro il progetto del campus, che prevede un investimento cinese di 1,5 miliardi di euro, accusando il governo di voler stringere legami con il regime di Pechino e denunciando il rischio per l’istruzione superiore ungherese di finire sotto l’influenza cinese. La protesta sembra aver convinto Orbán a fare marcia indietro, scrive la Reuters.

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Questo articolo è uscito sul numero 1413 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati