In una prosa sensuale, Swarup intreccia storie d’amore. Al centro del suo libro c’è l’amore tra uomo e donna, o forse uomo e dea, perché la donna che Girija Prasad ama si chiama Chanda Devi ed è venerata da coloro che la circondano: legge la mente, vede i fantasmi, capisce cosa dicono gli alberi e doma gli elefanti. La loro passione luminosa brilla al di là della coppia, abbracciando la Terra intera. Girija Prasad mostra alla sua amata le grotte, le foreste e le acque delle Andamane. Lei traduce per lui il linguaggio degli alberi, e custodisce le storie che i fantasmi le raccontano. Terremoti e tempeste devastanti modellano la vita di Girija Prasad, il suo amore per Chanda Devi, la nascita di sua figlia, e la sua stessa fine. La narrazione di Swarup segue poi Mary, che ha cresciuto la figlia di Girija Prasad dopo la morte di Chanda Devi. Il figlio di Mary, tornato in Birmania da bambino, si è ribattezzato Platone, è diventato un rivoluzionario ed è stato imprigionato. Mary va in Birmania per farlo uscire di prigione. Questo amore di una madre per suo figlio è raccontato in varie forme. È doloroso e reale. Attraverso queste interazioni umane sentiamo il battito insistente della Terra e del suo futuro. Latha Anantharaman, The Hindu
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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati