Come ogni anno l’arrivo dei monsoni rende impraticabili i 30 chilometri di strada che collegano Kathmandu con l’unica discaric a della sua valle. Ci sono volute due settimane perché la raccolta dei rifiuti riprendesse e il dipartimento per le opere stradali si decidesse a intervenire consentendo l’accesso alla discarica di Sisdole, che però è già colma, scrive il Nepali Times. Nella zona circostante l’aria è irrespirabile, le fonti d’acqua potabile sono contaminate e le coltivazioni distrutte. Quando il 22 agosto una donna di settant’anni è morta per un sospetto attacco di colera (poi smentito), gli abitanti hanno cominciato a protestare. Nel 2006 la gola fu trasformata in una discarica, ma il piano dell’amministrazione locale era di usarla solo per tre anni. Diciassette anni dopo, il 75 per cento delle 1.200 tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno nella valle di Kathmandu finisce lì. A causa di uno sviluppo rapido e non pianificato, unito a una cattiva amministrazione, la capitale nepalese ha sempre avuto un problema con i rifiuti, continua il quotidiano. La nuova discarica in costruzione doveva essere pronta nel 2020 ma non si sa quando sarà terminata. Sono cinquant’anni che si cerca una soluzione, ma gli ostacoli istituzionali, organizzativi e finanziari sono sempre gli stessi e sembrano insormontabili.

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Questo articolo è uscito sul numero 1427 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati