Ormai non sono pochi i pianisti che suonano i pezzi dei virginalisti elisabettiani, come William Byrd e John Bull, su un pianoforte a coda moderno. Pochi però riescono a interiorizzare questa musica come il giovane Kit Armstrong, che ne dà ampia prova in questo recital. In contrasto con la chiarezza ai raggi X che Glenn Gould portò a questo repertorio nel suo classico disco del 1971, Armstrong fa un uso accorto e molto ricco delle risorse timbriche e dinamiche del suo strumento. Un esempio è nel Sellinger’s round di Byrd, che viene preso a un tempo vivacissimo, e diventa molto più ricco di dinamismo e tensione rispetto all’uniforme Gould. Ma ogni pezzo di questo album è una vera rivelazione.
Jed Distler, ClassicsToday
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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati