Quando si tratta degli audiobooks, nulla è come sembra. Ogni canzone è un puzzle da risolvere, tra miriadi di allusioni che trascinano in un vortice di contraddizioni. Il debutto del 2018 ci aveva lasciato con un magnifico synth pop surrealista, come se Dare degli Human League fosse un orologio di Salvador Dalí. Astro tough vede David Wrench ed Evangeline Ling riprendere quel discorso, ma stavolta fanno i conti con un paese, il Regno Unito, sempre più noioso e arrabbiato, riuscendo a trovare dei modi interessanti per raccontare il loro disagio. È un album che non resta mai fermo in un posto solo: la voglia di disprezzo lo conduce verso gli strani, instabili ma irresistibili elementi reggae di The english manipulator. La parte migliore è nei testi, grazie alla voce e alla produzione che funzionano come bizzarri universi complementari. Pensiamo al gioco di parole in Blue tits, dove il contenuto esplicito trascende la volgarità per diventare un commento sull’uso del corpo femminile in una società patriarcale. La festa al rallentatore di Farmer chiude un disco che non sarà capito subito, anzi forse mai, ma è soprattutto qualcosa da provare, uno specchio che riflette il nostro curioso mondo malato. Gli audiobooks ci hanno regalato una seconda prova eccezionale.
Robin Murray,
Clash Music
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati