Nella storia delle grandi scoperte geografiche i protagonisti sono tradizionalmente gli esploratori europei che, mentre cercavano di aprire nuove rotte commerciali verso i floridi mercati di spezie e tessuti dell’Asia, s’imbatterono per caso nelle Americhe. Dalle colonie del “nuovo mondo” trassero poi quelle ricchezze che, insieme ai progressi militari, permisero all’occidente di esercitare per secoli un dominio globale, che solo oggi vediamo svanire. In questo racconto l’Africa e gli africani sono praticamente invisibili e appaiono solo nella tragica storia della tratta degli schiavi. Nel suo ultimo libro Born in blackness (Liveright 2021), Howard French, ex corrispondente del New York Times in Africa, Cina e nei Caraibi, e docente della Columbia journalism school, sostiene che questo racconto è sbagliato. Il continente non ebbe un ruolo marginale: anzi, inizialmente fu proprio in Africa che gli europei – in particolare i portoghesi – trovarono quelle fonti di ricchezza e potere che gli permisero di affermarsi nei secoli successivi.
World Politics Review
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati