Anche se ha abbandonato gli spettacolari orizzonti della Bretagna del settecento, l’autrice di Ritratto di una ragazza in fiamme continua a farci allargare lo sguardo. Con un’apparente semplicità, in un film intimista, stavolta esplora i legami misteriosi che nascono dall’amore materno. Nelly, otto anni, ha appena perso la nonna e passa qualche giorno nella casa di campagna dov’è cresciuta sua madre, Marion. Avventurandosi nei boschi circostanti Nelly incontra una bambina della sua età che le somiglia come una goccia d’acqua e si chiama Marion. La sua mamma da piccola. Senza effetti speciali né spiegazioni soprannaturali, Céline Sciamma inventa un territorio fantastico, ancor più potente perché essenziale, dove Marion e Nelly intraprendono un viaggio di riunione e separazione, nel tempo e nei sentimenti. Petite maman affascinerà chi segue Sciamma fin dagli esordi per gli interrogativi che si pone sull’identità femminile. Ma può toccare il cuore di chiunque. Perché il viaggio personale s’interseca con esperienze universali che possiamo vedere con gli occhi degli adulti e con lo sguardo di un bambino.
Frédéric Strauss, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati