Nell’ottobre 2020 la Nigeria scendeva in piazza contro le violenze della polizia e denunciava sui social network con l’hashtag #EndSars gli abusi della Special anti-robbery squad (Sars). Secondo Amnesty international, in quelle settimane 56 nigeriani morirono nella dura repressione delle proteste. Tra loro, dodici persone furono uccise il 20 ottobre 2020 al casello di Lekki, alle porte di Lagos, dove gli agenti spararono sulla folla di manifestanti. In vista dell’anniversario, il quotidiano Premium Times ha lanciato un appello alla polizia, chiedendo di “non riaprire vecchie ferite” e di lasciare in pace chi vuole commemorare gli eventi di un anno fa. Il giornale fa notare che da allora non è cambiato molto e che non sono state adottate le riforme chieste dai manifestanti. ◆ Il 15 ottobre l’esercito ha dichiarato di aver ucciso Abu Musab al Barnawi, il leader del gruppo Stato islamico in Africa occidentale (Iswap). L’organizzazione terroristica non ha reagito all’annuncio. Il 17 ottobre nello stato del Sokoto (nordest) un gruppo armato ha attaccato un mercato, uccidendo 43 persone.
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati