L’inattesa bocciatura della legge di bilancio sembra aver segnato la fine della geringonça (marchingegno, trabiccolo), l’alleanza di sinistra che ha governato il Portogallo negli ultimi sei anni. Il Bloco de esquerda e il Partito comunista, che appoggiavano l’esecutivo di minoranza del socialista Antonio Costa, hanno infatti votato contro la legge insieme all’opposizione, per poi sostenere che non era loro intenzione provocare una crisi di governo. Ma le elezioni anticipate, che dovrebbero svolgersi all’inizio del 2022, colgono impreparate un po’ tutte le forze politiche: il centrodestra non ha un candidato, dato che il Partito socialdemocratico deve eleggere il suo nuovo leader a dicembre, mentre il Partito socialista è uscito indebolito dalla sconfitta di fine settembre nelle amministrative di Lisbona. I socialisti restano avanti nei sondaggi, ma una nuova intesa con la sinistra appare improbabile. “Dalle elezioni che nessuno voleva potrebbero uscire un parlamento instabile e una maggiore probabilità di intesa a destra”, commenta Público. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1434 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati