Renate Reinsve (premio per la migliore attrice all’ultimo festival di Cannes) è il cuore e l’anima di questo coinvolgente ritratto della vita di una millennial di Oslo, che cattura l’atmosfera della città e celebra i ritmi e i rituali di una generazione. La “persona peggiore del mondo” è Julie, di cui in un prologo, dodici capitoli e un epilogo seguiamo amori e struggimenti, soprattutto la sua lunga relazione con Aksel (Anders Danielsen Lie), famoso autore di fumetti, quindici anni più vecchio di lei. Se Julie è al centro del film, Aksel è il personaggio più vicino a Joachim Trier, un osservatore più vecchio che guarda con trasporto la nuova generazione e sente che il suo sole è al tramonto mentre quello dei ragazzi e delle ragazze, con i loro difetti e le loro goffaggini, sta sorgendo. La persona peggiore del mondo parla di giovani ma è anche un film sull’invecchiare, tra energia giovanile e una certa malinconia nordica.
Dave Calhoun, TimeOut
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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati