Il nuovo romanzo di Amor Towles si apre nel 1954, mentre Emmett Watson, 18 anni, è trasportato in auto attraverso gli spazi vuoti del Midwest dal direttore della prigione dove era rinchiuso. È stato rilasciato dopo aver scontato poco più di un anno per aver picchiato un ragazzo che aveva deriso il suo padre malaticcio. Il ragazzo aveva sbattuto la testa contro un marciapiede ed era morto, così Emmett era stato spedito in un programma di riforma giovanile in una fattoria del Kansas. Ora è tornato, ma con il padre morto e la fattoria di famiglia sequestrata dalla banca, deve capire come prendersi cura di se stesso e del suo precoce fratello minore Billy. Duchess e Woolly – entrambi giovani, il primo fortemente carismatico, il secondo più fragile – hanno visto nel rilascio di Emmett dal riformatorio un’opportunità per scappare. Così, mentre il direttore firmava l’uscita di Emmett, si sono infilati nel retro del suo camion, e ora si presentano ai due fratelli. Emmett ha in programma di andare in California per tentare di rintracciare la madre, dirigendosi lungo la Lincoln highway che passa vicino alla sua fattoria del Nebraska. La Lincoln highway è la più antica strada coast to coast d’America: “Comincia a Times square a New York City e finisce a 3.390 miglia di distanza a Lincoln park a San Francisco”. Piuttosto che dirigersi a ovest, però, Emmett viene convinto da Duchess ad andare a est, a nord di New York, dove si dice che uno dei parenti di Woolly abbia sepolto una fortuna nei boschi. In Lincoln highway Amor Towles ci dà quello che ci danno tutti i grandi romanzi on the road: la vastità panoramica delle praterie e delle colline, avventure che sembrano nascere dal paesaggio stesso, il ritmo propulsivo della strada. Il romanzo è raccontato attraverso molteplici punti di vista, tutti ugualmente coinvolgenti e pienamente realizzati. C’è un’espansività spumeggiante nella narrazione, che divaga per vie laterali e salta da una prospettiva all’altra con energica inquietudine. The Lincoln highway merita un posto tra i migliori romanzi americani sul viaggio, accanto a quelli di Jack Kerouac, John Steinbeck e Thomas Wolfe.
Alex Preston,
The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1439 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati