Il 6 dicembre i ministri del lavoro e delle politiche sociali dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo per far crescere i salari, scrive Le Monde. L’intesa, che coinvolgerà circa 25 milioni di persone, si propone d’introdurre nuove regole che dovrebbero migliorare i salari più bassi e, di conseguenza, contrastare il dumping sociale e salariale e il fenomeno della povertà da lavoro (persone che vivono sotto la soglia di povertà anche se hanno un’occupazione), che attualmente riguarda il 10 per cento degli occupati. Tuttavia, precisa il quotidiano, i governi non saranno obbligati a introdurre il salario minimo, dal momento che l’Unione europea non ha il potere d’imporre standard minimi sulla retribuzione dei lavoratori .
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Questo articolo è uscito sul numero 1439 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati